Il Santuario Romano di Monte Sant’Angelo

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Il complesso archeologico di Monte Sant’Angelo risale all’inizio del sec. I a.C., dopo la vittoria di Silla nella guerra civile contro Mario ma la presenza umana nella zona è molto precedente: l’hanno accertata recenti indagini archeologiche condotte, dopo quasi cento anni dalle precedenti, dall’Università di Monaco. Sono state trovate ceramiche del sec. IX a.C.: forse i resti più antichi della storia di Terracina. Già nel sec. IV a.C. inoltre, qui si svolgevano attività di carattere sacro.
Al culto pagano subentrò nell’alto medioevo quello cristiano, ad opera di monaci benedettini fondatori del convento di San Michele Arcangelo da cui il luogo ha preso il nome. Mentre alla posizione strategica, dominante la via Appia, oltre che la città di Terracina, sono legate le grandi fortificazioni di epoca romana (risalenti alla guerra fra Mario e Silla) poi consolidate nel medioevo quando la zona fu anche teatro di rilevanti interventi militari.
Le antiche rovina appaiono dislocate su due livelli: il livello superiore, dedicato prevalentemente alle attività militari, è caratterizzato dalla presenza del Castrum (o Campo Trincerato), quello inferiore ospita invece il grande Tempio di Giove Anxur, fulcro delle pratiche di culto. Appartato, un terzo edificio, il Piccolo Tempio, sul quale poi sorse il convento benedettino.

Il Castrum o Campo Trincerato

L’area anticamente presentava un portico costruito ad U aperto a sud e connesso ad una cinta muraria con nove torri circolari che si collegava alla città di Terracina sottostante. Secondo alcuni studiosi, tale cinta muraria fu forse costruita per creare uno sbarramento sulla via Appia durante la guerra civile fra Mario e Silla.

Il Tempio di Giove Anxur

Innalzato nei primi decenni del I secolo a.C., secondo la tradizione in onore di Giove Anxur, Giove Bambino (secondo alcuni studiosi, invece, dedicato a Feronia, la dea della fertilità, o a Venere). In stile esastilo (sei colonne sul lato frontale) e pseudoperiptero (semicolonne lungo il muro della cella) sorgeva al culmine di una scalea sulla quale si trovava l’ara dei sacrifici. Dal pronao, delimitato da colonne di stile corinzio, si accedeva alla cella alle cui pareti erano addossate esternamente semicolonne in muratura.
Sul lato occidentale si trovava la roccia oracolare, destinata all’attività dei sacerdoti auguri.
Alle spalle del Tempio, un porticato era forse destinato alla sosta dei pellegrini.

Criptoportico

Il criptoportico, che si trova nella terrazza inferiore del complesso in corrispondenza delle imponenti arcate di sostegno nettamente visibili dalla pianura e che segnano in modo monumentale la fisionomia di Terracina, si presenta come un corridoio addossato alla roccia coperto da una volta a botte: è lungo 60 metri e largo oltre 3 metri e mezzo. Due grandi finestre sui lati brevi e porte alternate a finestre lungo il lato destro illuminano questo vasto ambiente. Sulla sinistra del criptoportico si può notare una cavità naturale interpretata come una grotta oracolare, forse connessa al culto praticato nella terrazza superiore.

Il Piccolo Tempio

La denominazione di “Piccolo Tempio” è stata attribuita ai resti di una costruzione che potrebbe essere stata adibita al culto ma della cui funzione effettiva sappiamo ben poco.
L’edificio era di forma rettangolare ed in parte tagliato nella roccia.
Il basamento su cui poggiavano gli edifici originari ripropone, in dimensioni minori, lo schema architettonico del Criptoportico: nove grandi arcate (ne sopravvivono cinque) messe in collegamento fra loro da una serie di piccole porte ad arco.
All’interno degli ambienti a volta si conservano sulle pareti tracce di affreschi. Risalgono al IX secolo quando, tra le rovine antiche, sorse il monastero benedettino intitolato a S. Michele Arcangelo. All’interno di uno degli ambienti del monastero si è conservato un pavimento a mosaico tutt’oggi visibile.